Certificato di rispondenza dell’impianto idrico: istruzioni per l’uso

Quanto pensiamo alle dichiarazioni di rispondenze gli esempi più immediati che sovvengono alle mente riguardano gli impianti elettrici e del gas, considerati come dotati di una maggiore potenziale lesivo. Tuttavia vanno presi in esame anche gli altri impianti tecnologici presenti nell’abitazione, tra cui il certificato di rispondenza dell’impianto idrico. Visto che se non vengono realizzati in modo corretto e non sono adeguatamente mantenuti, possono rivelarsi pericolosi.

Secondo il D.M. 37/08 (ex Legge 46/90), si configurano come impianti tecnologici quelli idrici e sanitari, elettrici, elettronici e radiotelevisivi, oltre a quelli volti all’utilizzazione e distribuzione gas, per il trasporto e l’utilizzazione dell’energia elettrica, per il condizionamento e condizionamento. Qualora non si disponesse della dichiarazione di conformità, per sancire la sicurezza degli impianti descritti e la loro efficacia è necessario l’intervento di un tecnico o professionista abilitato.

Ma veniamo al certificato di rispondenza dell’impianto idrico. Sia in edifici nuovi che già esistenti, gli impianti idrici sono tra gli impianti tecnologici più frequentemente sprovvisti della dichiarazione di conformità. Per il suo ottenimento è prevista la verifica e delle prove dell’efficienza dei sistemi di scarico.

Oltre alla tenuta dell’impianto dal punto di vista di pressione, dell’efficienza di eventuali apparati di depurazione e di addolcimento delle acque. Anche negli impianti idrici è prescritta la descrizione di rispondenza secondo uno schema unifilare e le caratteristiche dei principali componenti. In ogni caso chi si occupa di redigere la dichiarazione di rispondenza, sia esso un tecnico o un professionista, deve allegare ulteriori descrizioni e documentazioni. Che possono essere considerate necessarie ai fini dell’attestazione.