La certificazione energetica di un immobile è un documento rilasciato da tecnici qualificati che riporta in maniera sintetica una valutazione sulle “performance” energetiche dell’edificio preso in esame. In seguito all’introduzione dell’obbligo di inserire in qualsiasi annuncio di compravendita di un immobile la relativa valutazione energetica, in molti hanno iniziato ad interrogarsi sulle caratteristiche specifiche di ognuna delle classi energetiche previste dalla normativa in vigore.
Attualmente, sono contemplate sette classi energetiche ad ognuna delle quali viene assegnata una lettera in base ad una scala graduata che varia dalla A per arrivare fino alla G.
La classe A è la migliore in quanto vi è associato un consumo energetico minore. Viceversa la G rappresenta la peggiore valutazione possibile in quanto indica un edificio costruito senza tener alcun conto delle performance energetiche dello stesso, caratterizzato da un consumo energetico molto elevato.
Entrando nel dettaglio va detto che all’interno della certificazione energetica per ogni edificio vengono individuate due classi energetiche: la prima è riferita al consumo di energia volto a riscaldare l’ambiente nel periodo invernale mentre la seconda è legata al consumo di energia per il cosiddetto raffrescamento nel periodo estivo.
Da sottolineare che il 90% del patrimonio immobiliare italiano attualmente esistente appartiene alla classe G a testimonianza di come nel nostro paese fino a pochi anni fa l’aspetto energetico di una costruzione non venisse in alcun modo preso in considerazione.
Grazie agli sviluppi delle moderne tecnologie sono stati compiuti molti passi avanti in questo settore. Ciò ha comportato l’aggiunta di una nuova classe energetica alle sette categorie prestabilite contrassegnata dal simbolo A+ che migliora ulteriormente le caratteristiche della A. Un immobile classificato A+ presenta un fabbisogno energetico minore di 14 kWh/m2a mentre uno classificato come A è compreso nella fascia che varia dai 14 ai 29 kWh/m2a.
Sul versante opposto un edificio di classe G presenta un fabbisogno minimo di almeno 175 kWh/m2a che può salire ulteriormente nel caso ci si trovi in zone climatiche che presentano temperature abituali che si discostano notevolmente dalla media annua che caratterizza il nostro paese. In altri termini, nella migliore delle ipotesi, un edificio di classe G comporta un dispendio di energia di almeno 12 volte quello relativo ad un immobile di classe A+.