C’è un settore meno afflitto degli altri dalla morsa della crisi, le rinnovabili. Almeno secondo quanto emerge dal secondo rapporto annuale dell’Unep, programma per l’ambiente promosso dall’Onu. Nel 2011, infatti, il mondo avrebbe toccato la cifra record di 257 miliardi di dollari investiti in energia solare. Fonte che ha superato l’eolico tra le tecnologie favorite.
I dati parlano di un incremento del 17% rispetto al 2010. Ma se il confronto avviene con i numeri del 2007, anno precedente all’avvento della grande crisi globale, ci accorgiamo che l’impegno economico è raddoppiato. La classifica internazionale è guidata dalla Cina, seguita dagli Stati Uniti, in netto recupero. Nel complesso gli investimenti sul fronte delle rinnovabili stanno avvicinando quelli spesi nelle fonti fossili, che lo scorso anno ha visto coinvolti 302 miliari di dollari.
Nel mondo la metà delle nuove installazioni deriva da fonti alternative. L’Italia mantiene una buona posizione nella classifica, in termini di capacità installata conquistiamo il quinto posto, esclusa l’energia idroelettrica. Dietro a Germania e Spagna. Mentre come capacità pro-capite raggiungiamo la terza posizione.
Si assottiglia il divario tra paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. Che rappresentano circa metà delle 118 nazioni che hanno promosso degli obiettivi in questo ambito. Il segreto starebbe nel rapporto tra leadership forti e politiche ispirati. Da questo connubio lo sviluppo sostenibile potrebbe trasformarsi in realtà per sette miliardi di persone.