Certificazione energetica obbligatoria per gli annunci immobiliari

Recependo la normativa europea in materia di efficienza energetica degli edifici, il decreto legislativo n. 192/2005 impone dal 1 gennaio 2012 l’obbligo di indicare la classe energetica negli annunci di vendita o di locazione presenti nelle varie agenzie immobiliari sparse per il territorio nazionale nonché negli annunci pubblicati su giornali e riviste cartacee o mediante i media digitali come le decine di siti web del settore dedicati a chi vuole comprare o vendere casa.

L’importanza che tale parametro acquisirà sempre più in futuro nella valutazione di un immobile è deducibile dalle pesanti sanzioni pecunarie previste in caso di mancato rispetto di tale obbligo.

Si può andare incontro ad una multa variabile tra i 3.000 ed i 5.000 euro per ogni singolo annuncio che risulterà non conforme alle nuove direttive e quindi non regolare, sanzione che sarà applicata dai comuni nei quali è situato l’immobile oggetto della trattativa.

Oltre alla classe energetica, tra le informazioni da inserire d’ora in poi negli annunci immobiliari vi è l’indice di prestazione energetica – IPO così come riportato a sua volta nell’Attestato di Certificazione Energetica – ACE (il certificato che dal 1 luglio del 2009 è obbligatorio per tutti gli edifici di nuova costruzione od oggetto di compravendita immobiliare).

Tale indice, nel caso di edifici residenziali, esprime il consumo medio annuale di energia misurato in KWh per metroquadro.

A dispetto delle severe sanzioni previste dal nuovo ordinamento, stando ai dati diffusi dai maggiori player del settore come grandi network di compravendita immobiliare e diversi siti web che raccolgono gli annunci suddetti, la percentuale di coloro che risultano in regola non è affatto confortante.

La media nazionale è infatti del 22%. Ovvero poco meno di un quarto degli annunci pubblicati sui diversi media tradizionali e mediante i canali più disparati sono in regola con la legge.

La regione che si distingue per la maggiore solerzia nell’adeguarsi alla nuova normativa è il Trentino Alto Adige che può vantare una percentuale di annunci in regola del 39%, seguita a ruota dalla Lombardia con una percentuale del 33% (che raggiunge punte del 46% se ci riferiamo alla sola provincia di Mona e Brianza).

Maglia nera è invece la Basilicata con un misero 9% che di fatto è il fanalino di coda di questa particolare classifica.