Aumenta il peso delle rinnovabili sulla bolletta

La bolletta dell’energia elettrica è aumentata, come annunciato dall’Authority. Si tratta di un rincaro del 4,3% dell’elettricità per i contratti “di maggiore tutela”, ovvero famiglie e piccole imprese. Aumento che fa lievitare un prezzo già gravato dalla batosta di fine marzo, +5,8%.

Risultato del rinvio dell’adeguamento trimestrale di fine marzo, relativo agli oneri aggiuntivi legati ai finanziamenti per le energie rinnovabili. Un ritocco delle tariffe derivante dalla componente A3 (“oneri generali di sistema”). Complessivamente il prezzo per chilowattora tocca quota 19,09 centesimi di euro.

Stimato un consumo per famiglia pari a 2.770 chilowattora annui, si tratterà di poco di 22 euro all’anno. Ha una piccola rivincita chi consuma Gpl distribuito con le reti urbane, da maggio il costo scenderà del 7,9% rispetto al mese di aprile.

Un intervento, quello dello scorporo e della differenziazione dell’adeguamento tariffario, nato dalla volontà di richiamare l’attenzione del decisore pubblico intorno alla questione dei meccanismi di incentivazione. Vanno ad essere premiati nelle bollette quindi, secondo il presidente dell’Authority Guido Bortoni, i soggetti attivi nella green economy.

Dai dati emersi in una recente audizione in Senato, l’Autorità ha rivelato che la componente A3 a copertura degli incentivi alle “fonti rinnovabili e assimilate” al momento vale 10,6 miliardi di euro annui. La cui incidenza varia a seconda delle differenti categorie di consumo, ma in ogni caso importante nei confronti delle piccole e medie imprese.

L’A3 pesa sulle utenze domestiche per circa il 19%, del 38% su altri clienti in bassa tensione e per il 36% sui clienti in media tensione. Mentre clienti in alta e altissima tensione sono interessati solo per il 7%.