Non è sicuramente un periodo felice quello che sta attraversando negli ultimi anni l’Italia sia sul fronte finanziario che su quello occupazionale. Molte famiglie non riescono ad andare avanti e i principali tagli riguardano le spese per la casa. Sono sorte proprio da questo quadro, poco forte sul fronte economico, le Case Passive che permettono ai consumatori di risparmiare sulla dispersione di calore in quanto non necessitano di energia per essere scaldate.
Questi edifici sono in grado di recuperare l’energia gratuita generata dalle componenti domestiche e di sfruttare nel migliore dei modi le fonti energetiche alternative. Le Case Passive sono famose per aver “chiuso i battenti” ai tanti combustibili fossili come il metano, il petrolio e il Gpl, a favore solo di fonti pulite. Tra queste quattro mura padroneggiano, infatti, energia fotovoltaica, termica e geotermica. Molti utenti preferiscono, inoltre, aggiungere anche sistemi di ventilazione meccanica controllata in modo da recuperare il calore e creare un certo ricambio dell’aria. L’edificio passivo si avvale della certificazione “PassivHaus” quando durante tutti i mesi dell’anno è in grado di conservare le condizioni di comodità per i suoi abitanti senza alcun supporto di impianti di riscaldamento e raffrescamento.
Ma che cos’è realmente una Casa Passiva? Il suo punto di forza è il bilancio energetico: il totale degli apporti passivi di calore generati dall’irraggiamento solare ricompensano le perdite durante la stagione invernale. Il primo modello di Casa Passiva, detta anche “Passivhaus”, fu costruita nel 1991 da Wolfaing Feist a Darmstradt, in Germania. La principale fonte di calore per questi immobili è il sole che, attraverso pannelli solari termici, fornisce grosse quantità di acqua calda. Essa viene utilizzata sia per uso sanitario che come fonte di riscaldamento a costo zero. Ma non solo. In estate, infatti, l’acqua calda prodotta in eccesso viene adoperata per rinfrescare la casa attraverso il sistema “solar – cooling”.
Un aspetto importante, da non trascurare, riguarda gli impianti solari che si dividono in base a due tipologie. Quelli a circolazione forzata e a circolazione naturale. Gli impianti a circolazione forzata presentano un collettore solare attaccato, mediante un circuito, ad un serbatoio all’interno dell’edificio. L’acqua attraversa il circuito e viene riscaldata. Poi va in circolazione grazie ad una pompa. Gli impianti a circolazione naturale funzionano in maniera diversa per il principio di gravità: il serbatoio è posizionato sopra al collettore e il fluido caldo accumulato dal pannello tende a salire, in base al principio prima citato, per riscaldare l’acqua presente nel serbatoio.
Una Casa Passiva è in grado, a differenza degli altri tipi di immobili, di sfruttare corrente elettrica durante la notte poiché di giorno l’edificio “spreme” al massimo le radiazioni solari sia per illuminare le stanze che per riscaldare gli ambienti. Al suo interno ci sono infatti particolari infissi e serramenti che in estate non surriscaldano l’ambiente, ma al contempo evitano anche che si faccia uso di apparecchi di raffrescamento. Spesso per garantire una maggiore produzione di energia elettrica si può fare uso di un piccolo impianto fotovoltaico o di impianti eolici, sempre che ci siano le condizioni climatiche adeguate.
Tra gli esempi principali presenti sul mercato c’è quella dell’installazione del pannello Diamante dell’Enel a Valle Giulia a Roma. Si tratta di 38 pannelli fotovoltaici e superficie completamente ricoperta da vetri che assicurano ad un’abitazione di poter autosostenersi energeticamente anche di notte.