Cosa rappresenta l’indice di prestazione energetica limite? Quando ci riferiamo alla certificazione energetica degli edifici trattiamo di una procedura che termina con la classificazione di un immobile in rapporto agli indici di prestazione energetica EP globale e parziali.
A partire dal 1° gennaio 2012 è divenuto obbligatorio indicare la classe energetica e l’indice di prestazione degli edifici sugli annunci immobiliari. La classificazione energetica è compiuta in relazione all’indice di prestazione energetica globale (EPgl), come definito dall’allegato 4 del DM 26 Giugno 2009 e degli indici EPi e EPacs.
Come si ottiene l’indice EPgl? È il frutto della somma di:
- indice di prestazione energetica dell’edificio per la climatizzazione invernale (EPi)
- indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria (EPacs).
L’indice di prestazione energetica limite è computato in relazione a:
- il rapporto S/V dell’edificio, dove S è la superficie disperdente verso ambienti non riscaldati, e V il volume riscaldato racchiuso da S;
- zona climatica dove è posto l’edifico, rappresentata dai gradi giorno, abbreviati con l’acronimo GG.
L’indice di prestazione energetica limite è calcolato per interpolazione o estrapolazione lineare dei valori limite di legge definiti nell’allegato C del D.Lgs 311/06. L’interpolazione è applicata se S/V è compreso tra 0,2 e 0,9 e per GG intermedi a quelli di legge, mentre l’estrapolazione è indicata esclusivamente per valori di GG maggiori di 3001.
Qualora il valore S/V fosse maggiore di 0,9 o minore di 0,2, si realizzano le interpolazioni lineari utilizzando i limiti rispettivamente di 0,9 e 0,2.