Testo unico edilizia: restauro e risanamento conservativo. Quali sono gli aspetti normativi definiti dal Testo unico edilizia? Quali modifiche fanno parte dei restauri e risanamento? Condizione essenziale è che tali interventi non vadano a modificare l’identità, la fisionomia, i volumi e la superfice delle strutture abitative.
Le operazioni di restauro e risanamento conservativo devono puntare a conservare l’organismo edilizio assicurando la funzionalità grazie a un complesso di opere. È indispensabile garantire il rigore degli elementi tipologici, formali e strutturali, affinché la destinazione d’uso sia compatibile.
Nel Testo unico edilizia è fornita una definizione generale di “restauro e risanamento conservativo”, ma è stata la giurisprudenza a fornire ulteriori indicazioni, analizzando i singoli casi.
Dalla sentenza n. 35390/2010 della Cassazione Penale è stato esplicitato che “l’intervento di restauro e risanamento conservativo presuppone l’esistenza, nel suo complesso, di un organismo edilizio su cui intervenire, proprio perché finalizzato al recupero degli immobili nella loro attuale consistenza e nell’ambito degli spazi concretamente identificabili”.
Mentre il TAR dell’Emilia Romagna ha fornito un ulteriore apporto alla definizione di “restauro e risanamento conservativo”. Per i giudici amministrativi è l’illegittima l’autorizzazione edilizia per la realizzazione di una scala di collegamento tra un’area cortilizia e un locale tecnico inferiore.
Quale la motivazione a tale sentenza? Il TAR ha deciso che tale opera è nuova, non configurabile quindi come atto di restauro o ripristino dell’immobile preesistente. Il restauro e risanamento deve infatti essere progettato per preservare l’organismo edilizio.