Corsa al Leed.
Il tema dell’efficienza energetica non è più solo un fatto di stretta attualità ma una necessità imprescindibile nel mercato immobiliare, tanto da comportate, su scala globale, una ridefinizione dei parametri che portano al successo nella vendita di abitazioni.
Da una parte incidono le politiche di riduzione dei consumi imposte dai Paesi più industrializzati, dall’altra il ruolo di fonti energivore giocato dalle abitazioni, i cui consumi rappresentano un terzo di quelli prodotti a livello planetario.
Fattori diversi che portano verso una convergenza.
A conferma del cambiamento in atto arrivano i dati della recente corsa al Leed, sistema valido a livello internazionale di certificazione e classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici.
Ma quali sono gli Stati che puntano maggiormente sul Leed?
Al vertice della classifica mondiale abbiamo gli Stati Uniti, seguiti da Cina e Medio Oriente.
Si tratta di contesti in cui nessuna impresa può permettersi di prescindere dal possedere una “sede Leed”, se intende restare sul mercato.
E l’Italia come si colloca sullo scacchiere internazionale?
Il Bel Paese dimostra di aver compreso il valore dell’efficienza energetica. In Europa siamo solo dietro la Germania per progetti registrati e certificarti: 96 in totale, 19 quelli che hanno già ottenuto la certificazione.
Ma come sono distribuiti gli sforzi per raggiungere una riduzione dei consumi in Italia?
A rivelare maggiore sensibilità alla questione dell’impronta ecologica degli edifici troviamo il Nord, con le Regioni Veneto e Lombardi in testa.
Mentre a Roma il lavoro inizia con le ambasciate: quella Usa punta a ridurre il consumo energetico addirittura del 50% attraverso l’adozione di misure quali isolamento termico o illuminazione ad alta efficienza. Assisteremo presto alla proliferazione del sistema Leed sull’intera penisola?