Conosciamo meglio la geotermia a bassa entalpia

Una delle principali fonti green è l’energia geotermica, che altro non è che una sorta di raccolta di energia che viene prodotta dalla terra, l’acqua infiltrata in profondità si riscalda e può essere sfruttata per il riscaldamento termale, delle serre e degli edifici, soprattutto nelle situazioni in cui la temperatura del suolo supera i 40°.

 

Nonostante la pompa di calore attraverso la quale si riesce a produrre energia, consuma a sua volta energia elettrica, la geotermia a bassa entalpia risulta essere classificata come una fonte di energia rinnovabile, green, in quanto il calore che viene raccolto dal sottosuolo proviene in gran parte dal sole. La definizione di geotermia a bassa entalpia deriva dall’estrazione di fluidi per la produzione di energia al di sotto dei 90°, quindi fluidi a bassa entalpia.

 

Esistono però due tipi di geotermia, la geotermia classica ovvero relativa allo sfruttamento di anomalie geologiche o vulcanologiche quindi il riscaldamento prodotto naturalmente dal sottosuolo, e la geotermia a bassa entalpia ovvero lo sfruttamento dell’energia naturale del sottosuolo dal quale estrarre calore sia per la stagione invernale o trattenendolo durante la stagione estiva, attraverso il quale gli edifici riescono a riscaldarsi in inverno e rinfrescarsi durante la stagione estiva.

 

Il suolo rappresenterebbe quindi una fonte da cui attingere energia, che rispetto all’aria manterrebbe costante la temperatura senza drastici sbalzi. Lo scambio di calore può avvenire attraverso uno scambio diretto, ovvero l’impianto risulta essere posto a stretto contatto col sottosuolo, mediante un circuito idraulico attraverso il quale scorre un termovettore o attraverso un prelievo d’ acqua da una falda.