La Direttiva 2002/91/CE, da cui deriva l’obbligo della certificazione negli stati comunitari, come il D.Lgs 192/05, determina verso la Diagnosi Energetica un ruolo centrale, equivalente a quello riconosciuto alla Certificazione Energetica. Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Il Ministro dello Sviluppo Economico prevede nella certificazione:
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l’esecuzione di una diagnosi energetica volta alla determinazione della prestazione energetica dell’immobile grazie all’acquisizione dati e l’applicazione di uno specifico metodo di calcolo, e all’individuazione delle attività di riqualificazione energetica risultati economicamente convenienti
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classificazione dell’edificio in relazione alla prestazione energetica insieme al confronto con i limiti di legge e le effettive potenzialità relative al miglioramento
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infine troviamo il rilascio dell’attestato di certificazione, dove sono riassunti anche gli elementi precedenti
Ma quali sono gli obiettivi della Diagnosi Energetica?
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È pensata per migliorare l’immobile grazie non solo alla classe per i consumi di energia primaria, ma scegliendo anche interventi che permettano il miglioramento della classe e di diminuire in modo sensibile i consumi
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Permette poi di ampliare lo sforzo messo in atto con l’obbligo della “certificazione energetica”. Questo grazie a un documento in grado di offrire un orientamento agli interventi utili da compiere sull’immobile per la riduzione dei consumi
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La Diagnosi Energetica favorisce l’elaborazione di modelli matematici dell’edificio, che può essere utilizzato nella valutazione di situazioni di minori consumi di energia
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Grazie alla Diagnosi Energetica si può raggiungere un livello del complesso edificio-impianto più sostenibile sotto il profilo dei consumi energetici