Sia nella vendita che nell’affitto ogni casa deve disporre di una classe energetica di riferimento. Ovvero un certificato energetico che dovrebbe essere rilasciato, secondo quanto stabilito dalla legge, solo a seguito del sopralluogo di un professionista. Ma è davvero così?
Dopo che l’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia Europea, i dubbi sull’effettiva applicazione delle normative tendono ad emergere. A rimetterci però siamo tutti noi, oltre all’ambiente. Il rischio è che, a causa di un forte competizione, il rilascio del certificato energetico è talvolta prodotto senza alcun effettivo sopralluogo.
Ciò consente al cliente di risparmiare, perché i dati sono comunicati via internet o magari con un semplice consulto telefonico. Oltre a violare le norme per la classificazione energetica degli edifici, i dati sono spesso confusi e approssimativi. Per evitare l’espansione del fenomeno, numerosi enti che accreditano certificatori energetici si stanno battendo contro il rilascio facile.
Un caso su tutti quello delle certificazioni low cost di Groupon. Tra efficienza energetica e valore economico dell’edificio si instaura un rapporto diretto, che in teoria dovrebbe portare il proprietario a migliorare le performance della propria abitazione. Circolo virtuoso volto alla sostenibilità ambientale.
Ma attraverso un certificato basato su elementi aleatori può simulare un basso consumo energetico, evitando di apportare le modifiche necessarie al risparmio energetico. Al momento non è così difficile entrare in possesso di una certificazione energetica, ma fino a quando? Le autorità competenti interverranno presto nel porre un freno ai fenomeni illeciti?